Contro Il Cyber-Bullismo

  1. Il caso di Amanda Todd

    AvatarBy Simo Rizzo il 10 Feb. 2016
     
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    Questo è uno dei più grandi casi di suicidio per cyber-bullismo e bullismo nella storia:

    Il 7 settembre 2012, Amanda Todd caricò su YouTube un video dal titolo My Story: Struggling, bullying, suicide and self harm (La mia storia: lotta, bullismo, suicidio e autolesionismo), nel quale, tramite una serie di flashcard, raccontava la sua esperienza di violenza.

    Al secondo anno di scuola media, Amanda si divertiva a fare nuove conoscenze tramite una video chat. Durante una conversazione, un estraneo l'avrebbe convinta a fotografarsi il seno nudo. L'individuo l'avrebbe poi ricattata, minacciando di mostrare la sua foto in topless ai suoi amici a meno che lei non si fosse mostrata a seno nudo in un video. All'alba del Natale successivo, la polizia bussò a casa sua alle 4:00 del mattino, informando la famiglia Todd che una foto di Amanda in topless stava circolando on line. Amanda ne fu traumatizzata, manifestando ansia, depressione acuta e attacchi di panico. La sua famiglia cercò invano di aiutarla, trasferendosi. La ragazza iniziò a fare uso di alcool e droghe, con pesanti attacchi di ansia.

    Un anno dopo il ricattatore si fece nuovamente vivo: creò un falso profilo Facebook di Amanda, usando la sua fotografia in topless. L'uomo cominciò a contattare i nuovi compagni di classe di Amanda nella sua nuova scuola. Ancora una volta Amanda Todd si trovò costretta a cambiare scuola per una seconda volta e riallacciò i contatti con una sua vecchia conoscenza. L'uomo la convinse ad avere rapporti sessuali, mentre la fidanzata si trovava in vacanza. La settimana successiva, al rientro della fidanzata dalle vacanze, l'amico con la fidanzata e un gruppo di altri ragazzi l'aggredirono all'uscita dalla scuola. Amanda tentò il suicidio ingerendo candeggina, ma si salvò grazie all'intervento tempestivo dei soccorsi.

    Al ritorno a casa Amanda lesse su Facebook commenti offensivi sul suo tentativo di suicidio. La sua famiglia si trasferì nuovamente in un'altra città, ancora senza risultati. Sei mesi più tardi ulteriori messaggi offensivi furono pubblicati sui social network. Il suo stato mentale peggiorò, trascinandola nella spirale dell'autolesionismo. Nonostante prendesse anti-depressivi e consultasse uno psicologo, ebbe un'overdose di medicinali e trascorse due giorni in ospedale. Amanda fu inoltre oggetto dello scherno di altri studenti nella sua scuola per i suoi voti bassi, conseguenza delle sue difficoltà di apprendimento e del tempo trascorso in ospedale per curare la sua depressione grave.

    Al 30 settembre 2015 il suo video di denuncia aveva ricevuto oltre 11.166.867 visualizzazioni, e il suo link fu presente in centinaia di siti web di testate giornalistiche di tutto il mondo.
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